Demansionamento: per il danno non patrimoniale il lavoratore deve fornire le prove

Corte di cassazione – Sezione lavoro – Sentenza 5 dicembre 2017 n. 29047

In tema di risarcimento del danno non patrimoniale derivante da demansionamento e dequalificazione il riconoscimento del lavoratore al risarcimento del danno professionale, biologico ed esistenziale non ricorre automaticamente in tutti i casi cioè di inadempimento datoriale.

La vicenda. La Cassazione con la sentenza n. 29047/2017 ha chiarito, infatti, che il prestatore ha il dovere di fornire una specifica allegazione, nel ricorso introduttivo del giudizio, dell’esistenza di un pregiudizio provocato sul fare reddituale del soggetto, che alteri le sue abitudini e gli assetti relazionali propri, inducendolo a scelte di vita completamente diverse quanto all’espressione e realizzazione della sua personalità nel mondo esterno. Il pregiudizio – viene chiarito nella sentenza – non si concretizza quale conseguenza automatica di ogni comportamento illegittimo rientrante nella richiamata categoria, cosicchè non è sufficiente dimostrare la mera potenzialità lesiva della condotta datoriale, incombendo, invece, sul lavoratore il preciso onere di allegare il demansionamento e di fornire al tempo stesso la prova ex articolo 2697 Cc del danno non patrimoniale e del nesso di causalità con l’inadempimento datoriale.

Conclusioni. La Corte ha così respinto le pretese del prestatore proprio perché non supportate da adeguato materiale probatorio prodotto nella fase di merito e certamente non esaminabile in fase di legittimità.

Per informazioni contatta lo Studio Legale al n.3284844411 o scrivi una mail all’indirizzo di posta elettronica avv.valentinaconigliaro@gmail.com

Share this post

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *